Silvia ha imparato che fare soldi è GUARIRE - Stare sulle proprie gambe fisiche è anche indipendenza economica
"Grazie a Ilaria c'è stata una grandissima svolta; non era come gli altri che parlavano solo di soldi. Era autentica e professionale, le sue parole avevano un senso profondo. Ho capito che la salute è importante quanto il denaro, e che entrambi possono contribuire al benessere"
Ecco la prima testimonianza di Silvia Baistrocchi

Silvia, a vent'anni, affronta la diagnosi di sclerosi multipla. Inizialmente concentra la sua vita sulla malattia e sulla paura. Un giorno, a causa di uno shock anafilattico, arriva molto vicina alla morte. Da lì tutto il suo approccio alla vita cambia: scopre una nuova prospettiva sulle strade possibili verso la guarigione, e riconosce che la sua missione era contribuire positivamente al mondo imparando a stare sulle proprie gambe, partendo dalla sfera economica.

Dopo 9 mesi di formazione Silvia ha abbracciato l'idea di guadagnare in modo etico, vedendo il denaro come uno strumento per realizzare il suo progetto. Ha anche affrontato una ricaduta della malattia, ma ha deciso di continuare a lottare e a imparare. Oggi vede la sua esperienza come una fonte di ispirazione per gli altri, dimostrando che il denaro può essere usato per il bene, materiale e spirituale.

Senti che risultati e che storia....

La Mia Storia di Successo
Coach & Scrittrice
Mi chiamo Silvia Baistrocchi e la mia missione è aiutare le persone a superare i molti pregiudizi sulla malattia: superare la paura e imparare a comprenderla - non combatterla. Ho imparato che, se combatti una malattia (come ho fatto per tanto tempo), la tua vita diventa una guerra, con morti e feriti... Voglio trasformare questa esperienza in un'opportunità per crescere e migliorare noi stesse/i, nonostante la sofferenza che comporta.

Silvia Baistrocchi >>> www.silviabaistrocchi.com
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Da dove arriva, la crisi, punto di rottura
Da dove arriva, la crisi, punto di rottura

Ora ho 55 anni, quando la malattia si è manifestata avevo vent'anni. A quel tempo, c'era un'idea molto diversa della malattia e del medico, fortunatamente in parte superata, oggi... La malattia sembrava una punizione, e il medico era visto come l'unico a cui dovevi firmare una delega in bianco e seguire le sue istruzioni, senza discussioni.

Quando ho scoperto di avere la sclerosi multipla, è stato un momento tragico. Mi sono ritrovata di fronte a un medico di rispetto, almeno in quanto ai risultati.

Ma per me era solo un pallone gonfiato che ha rovinato parte della mia vita. Non si è preso neanche il tempo di guardarmi negli occhi, quando mi ha comunicato la diagnosi e ha previsto che in dieci anni sarei stata su una sedia a rotelle.

Dopo quell'incontro, ho perso la capacità di camminare... anche se ero entrata nel suo studio camminando tranquillamente sulle mie gambe... Ho accettato la sua diagnosi senza fare domande, perché a vent'anni ero fragile e insicura. Ero convinta dell'autorità del medico e ho accettato la sua proiezione negativa.

Ma ora so che quel medico era presuntuoso, arrogante e completamente privo di umanità. Ha rappresentato la mia condizione come una sentenza di prigione a vita, una punizione. Sono entrata in quella "prigione" per vent'anni, scontando gli effetti visibili e invisibili della malattia. La sclerosi multipla è spesso associata solo alla difficoltà a camminare; pochi sanno che ha molti sintomi invisibili che complicano notevolmente la vita...

Per vent'anni ho vissuto nascondendola, mentre gli altri pensavano che fossi forte. Ho capito che è stato un errore non spiegare agli altri cosa stavo passando... Oggi so che dobbiamo spiegare, anche quando sembra invisibile, perché altrimenti gli altri non possono capire. Ho personificato la malattia, trasformandola in una sorta di nemica umana, perché è più facile combattere un avversario con dei punti deboli.

Poi, ho creato una sorta di bolla intorno a me, isolandomi dal mondo. Nessuno sapeva cosa stessi passando, e questo è durato per diversi anni (forse anche 15), prima che qualcosa scattasse dentro di me...

A un certo punto ho deciso di sfidare gli studi scientifici, i camici bianchi e persino la mia famiglia, per realizzare il mio sogno: avere una bambina.

Il 1° febbraio 2008, Chiara è nata, e mi ha insegnato che non dovremmo mai permettere agli altri di decidere cosa possiamo o non possiamo fare della nostra vita. La vita è nostra, gli altri non dovrebbero avere il permesso di ostacolarci.

Una sera, inaspettatamente, ho avuto uno shock anafilattico dovuto a un farmaco. Chiara aveva 3 anni. Ho vissuto un'esperienza vicina alla morte, un momento decisivo in cui ho sentito che stavo soffocando. Mio marito, che è Medico, ha riconosciuto subito il pericolo.

Mentre un Infermiere mi faceva domande, ho avvertito una strana sensazione: come se la mia testa stesse cadendo sulla spalla... Poi ho avvertito una sorta di distacco dal mio corpo e mi sono ritrovata in un'immensità indescrivibile. Era il luogo più bello che avessi mai visto, anche se non era un luogo... Non avevo più un corpo, ma ero tutto. Dall'alto, ho osservato la scena sotto di me. Ho visto mio marito, i Medici, e ho capito che piangevano...

In quel momento c'è stata una svolta. Ho visto un film della mia storia, ed è stato tristissimo... Mi sono resa conto di aver commesso due errori enormi.

Il primo era stato concentrarmi solo sulla mia malattia; trascurando tutte le piccole bellezze che c'erano nella mia vita e che non avevo visto.

Il secondo errore era stato non aver capito che non veniamo al mondo senza uno scopo o una missione.

Quando mi è stata data la scelta (restare in quell'immensità o tornare nel mio corpo), ho pensato a Chiara, che era ancora piccola - aveva solo tre anni... E ho deciso di tornare; con la speranza che avrei potuto dare un senso alla mia vita e contribuire al mondo. Ho giurato a me stessa, quella notte in ospedale, che avrei dato un significato alla mia vita, e insegnato a mia figlia che non dobbiamo mai limitarci nel credere in ciò che possiamo fare 🙂

Lì è iniziata la mia nuova vita. Ho detto "no" alle limitazioni e alle paure che avevo prima. È incredibile come le opportunità per crescere e migliorare abbiano cominciato a piovere su di me, e io le ho raccolte tutte perché ero pronta a coglierle. È come vincere un biglietto della lotteria; spesso ne vengono vinti molti, ma molte persone non li riscattano - perché si concentrano solo sul primo premio. Io, invece, ho iniziato a prendere tutti i premi che venivano.

Ho intrapreso un percorso di crescita lungo anni, attraverso la PNL (Programmazione Neuro-Linguistica); e ho dedicato molta attenzione alla mia salute, curando sia il mio stato mentale che la malattia stessa. Ho lavorato duramente fino a tornare a stare completamente bene, e questo è stato un momento bellissimo. So che può sembrare strano, ma è successo davvero. Ero al corso, la sera prima; avevo superato una prova dove si vedeva un video che dimostrava il mio progresso. Mi sono liberata mentalmente dalla malattia, e quella sera ho iniziato a camminare di nuovo.

Ricordo che c'era "La Signora" seduta su un divanetto nell'albergo dove si teneva il corso. Rimasi sorpresa e felice di vederla lì. Le dissi che il corso stava per finire, ma lei mi rispose che c'era ancora un giorno, e lei non voleva andarsene. Mi disse che il giorno prima era venuta a dirmi che dovevo iniziare a volermi bene e trovare la mia strada, e che ora stava andando a "salvare" qualcun altro. Forse era il modo per dire che aveva fatto il suo lavoro con me, che ora potevo camminare da sola.

Da quel giorno, sono stata bene per ben 12 anni; come se non mi fossi mai ammalata.

Con la pandemia ho avuto una ricaduta fortissima. Improvvisamente non riuscivo più a camminare... ed è lì che ho incontrato Ilaria e c'è stata un'ulteriore svolta...

"Next Level" - Formazione Biennale in Imprenditoria Spirituale Sociale
Estratto di una delle call settimanali che facciamo tutti i venerdì con il gruppo...

Perchè l'Imprenditoria Spirituale Sociale e non altri?

Grazie a Ilaria ho capito il senso della mia ricaduta. Stavo svendendo il mio lavoro e la mia esperienza, e ho capito che il denaro è importante, anche per migliorare la propria vita e realizzare i propri sogni.

Ho visto un video che parlava di Imprenditoria Spirituale Sociale e ho sentito che quelle parole risuonavano dentro di me.

Ilaria aveva un' unicità che mi piaceva. Non era come gli altri che parlavano solo di soldi e successo economico. Era autentica e professionale, e le sue parole avevano un senso. Ho rivisto il mio progetto e ho capito che la salute è importante quanto il denaro, e che entrambi possono contribuire al benessere.

Ho deciso di seguire la sua scuola, nonostante i costi, e ho imparato che quando la vita ti manda segnali, devi fidarti e agire. Ho iniziato a prendere il mio percorso sul serio, e ho capito che dovevo mettermi nei panni di chi soffre per aiutarli. Ho messo da parte l'ego e ho iniziato a lavorare con umiltà.

Grazie a Ilaria e al mio impegno, ho cominciato a ottenere risultati concreti. Ho iniziato a fare video e so che arriveranno anche risultati economici. Ma il vero cambiamento è stato spirituale, perché ho imparato a vedere le cose da una prospettiva diversa e a lavorare con dedizione. Ora, il mio obiettivo è aiutare le persone a superare le loro sfide legate alla malattia, e a trovare la luce anche nell'oscurità.

Il primo successo

Il primo successo è stato capire il collegamento tra la mia situazione finanziaria e ciò che il mio corpo stava cercando di comunicarmi: dovevo imparare ad ascoltare i segnali del mio corpo. Per esempio, quando le mie gambe si sono fermate, il mio corpo stava cercando di dirmi qualcosa. Ho imparato che ogni sintomo è un messaggio da decifrare.

Ho imparato che la malattia, anche se spaventosa, è una messaggera. Se abbiamo il coraggio e l'umiltà di ascoltarla e capirla, possiamo prenderci cura di noi stessi e correggere il corso della nostra vita.

Sto facendo del mio meglio per tornare a camminare, ma non posso garantire il risultato. Posso solo promettere che farò tutto il possibile, perché so che è ciò che mi è richiesto.

I soldi sono una cosa positiva e utile nella vita. In questo momento, sto utilizzando i soldi per pagare il fisioterapista che viene a casa e mi aiuta a recuperare. I soldi possono essere spesi in cose utili o anche in cose superflue. Anche se alcune spese possono sembrare superficiali, hanno un impatto emotivo positivo e contribuiscono al benessere complessivo. Le mie credenze riguardo ai soldi sono cambiate nel tempo, ed è vero che i soldi possono portare felicità, ma dipende da come vengono usati.

Per esempio, anziché spendere soldi in una droga che può distruggere la salute, è possibile utilizzare quei soldi per acquistare cibo nutritivo o finanziare un viaggio che arricchirà spiritualmente e socialmente. I soldi sono universali e possono essere un mezzo per prendersi cura di se stessi in modo equilibrato.

Ho avvertito una spinta dell'universo (o di una forza superiore) che mi ha portato verso questa consapevolezza riguardo ai soldi. In modo inconsapevole, sei diventata uno strumento potente in questo processo.Tutto questo ha contribuito a farmi capire l'importanza di guadagnare in modo etico e riconoscere il valore del mio contributo - anche se non sono laureata. Ho imparato che è giusto essere ricompensati per ciò che facciamo, e che ogni esperienza ci insegna le lezioni che dobbiamo apprendere, prima di andarcene...

Adesso mi sento liberata da quella zavorra che mi teneva ancorata a terra, impedendomi di camminare; ossia la falsa credenza che il denaro sia sporco.

Il consiglio

In un video che ho fatto su Youtube, ho affrontato un aspetto importante dell'empatia, quando si tratta di persone con problemi di salute. Ho sottolineato l'importanza di non dire mai frasi come "Ah, come ti capisco", quando in realtà non si è mai vissuto ciò che stanno attraversando. Spesso, pensiamo di fare sentire la nostra vicinanza dicendo queste parole, ma è fondamentale ascoltare veramente la persona, senza interromperla o portare l'attenzione su noi stessi. Invece di dire "Anch'io ho passato una situazione simile", dovremmo concentrarci sull'ascoltare e fare in modo che la persona si senta ascoltata e compresa.

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